martedì 2 novembre 2010

Mancini-City, l'idillio è già finito.

Da principale antagonista di Carlo Ancelotti a "morto che cammina". Sono bastate due sconfitte per ribaltare l'etichetta di Roberto Mancini. La prima se l'era affibbiata da solo, dichiarando di voler vincere anche sulla sponda City. L'altra, con un gustoso gioco di parole, l'ha inventata il Sun, con chiaro riferimento all'esonero imminente del tecnico dopo la battuta d'arresto sul campo del modesto Wolverhampton. Secondo stop consecutivo che rischia di lasciare più di uno strascico e non solo perché adesso i Citizens, ancora al quarto posto, sono costretti a inseguire la capolista Chelsea con 8 punti di vantaggio. A chiedere la testa dello jesino sarebbero infatti i giocatori frustrati dai suoi metodi, scontenti per il suo modo di relazionarsi, confusi dalle sue scelte tattiche. Mancini, infatti, deve gestire non solo la frustrazione di chi non gioca e ha già chiesto di essere ceduto (come Roque Santa Cruz, Shay Given), ma anche le tensioni interne alla squadra. Sabato Adebayor ha avuto un acceso confronto con Kompany, mentre la settimana precedente – contro l'Arsenal- solo l'intervento dei presenti aveva scongiurato che la lite tra Yaya Toure e James Milner degenerasse in una scazzottata. Dal "tutti contro tutti" non si è salvato nemmeno Carlitos Tevez che, nonostante il durissimo faccia a faccia con il Mancio, continua a segnare tenendo a galla le ambizioni dei Citizens. Ma quanto ci sarebbe di vero dei rumors diffusi dai tabloid? Secondo l'allenatore nulla. Al "Dad Manc Walking", è arrivato in replica un disgustato "rubbish". Per il tecnico italiano le voci di esonero sarebbero solo spazzatura per colpire un ambiente a cui non si perdona il generoso portafoglio dello sceicco Mansour. Forse parlare di fallimento è ancora prematuro, ma i due punti in meno rispetto alla gestione Huges, dicono molto sulle difficoltà del City che rischia di vedere la sua marcia trionfale trasformata in marcia funebre.

Fonte:tuttomercatoweb

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