sabato 23 ottobre 2010

Protti: "Vi racconto chi sono Allegri e Mazzarri".

Ha giocato con Massimiliano Allegri nel Livorno (dal 1985 al 1988) e nel Napoli (stagione ’97-‘98), è stato allenato da Walter Mazzarri nel campionato (2003-2004) che portò il Livorno alla storica promozione in serie A dopo 54 anni. Igor Protti è il personaggio ideale per condurci «dentro» la sfida tra i due tecnici livornesi. Napoli-Milan è anche il duello tra Mazzarri e Allegri. «Conosco molto bene entrambi, con Massimiliano ho giocato a Livorno quando entrambi eravamo diciottenni, ma anche nel Napoli di Galeone. Sono molto amico anche di Walter: lo dico subito, sono due persone perbene e intelligenti». S’aspettava di vederli alla guida di squadre così importanti? «Per quanto riguarda Mazzarri sì. L’ho avuto come allenatore a Livorno, è un tecnico straordinario. Non mi aspettavo invece che Allegri diventasse un tecnico così bravo. La scalata repentina dalla C al Milan e alla Champions dimostra le sue capacità. È sempre stato un ragazzo intelligente. A 18 anni era guascone, ora è una persona diversa. È posato, maturo, si presenta bene. Non lo immaginavo tecnico, ma questo glielo dico sempre quando ci vediamo. C’è un aneddoto in tal senso: quando ancora giocavo e lui guidava il Sassuolo gli dissi: «Acciuga, se tu alleni in C1 vuol dire che quando smetto diventerò il ct della Nazionale». L’ho rivisto quest’estate dopo che ha firmato per il Milan e gli ho ricordata quellabattuta. Ora, però, come faccio a superarlo?». Protti non ha in realtà velleità da tecnico, ma ricorda benissimo anche Mazzarri e Allegri da giocatori. «Se Max avesse avuto maggiore spirito di sacrificio e magari la maturità che ha acquisito adesso avrebbe avuto una carriera straordinaria. So che anche Walter era molto promettente, alla Fiorentina era l’erede designato di Antognoni, una pressione non facile da gestire. Forse questi peccati di gioventù li hanno aiutati a dare il meglio da allenatori, a mettere ogni energia nel loro lavoro». A proposito di aneddoti ce n’è un altro che riguarda Protti e Mazzarri. «Era l’estate del 2003, pensavo di smettere con il calcio, avevo 36 anni. Mazzarri venne a casa mia e mi convinse. Quell’anno segnai 24 gol, Lucarelli 29 e il Livorno andò in A». Torniamo alla sfida tra i tecnici: trova analogie tra i loro sistemi tattici? «Conosco bene solo Mazzarri: è uno dei pochi allenatori in Italia che prepara le partite in modo così meticoloso e ha anche una grande capacità di leggerle e di operare cambiamenti. So che anche Allegri è bravo. In comune hanno una predisposizione al gioco offensivo, le loro squadre segnano sempre tanto. Non mi fisso sui moduli e anche loro sono tecnici duttili e intelligenti, adattano gli schemi a seconda dei giocatori che hanno a disposizione». Lo sa che tra Mazzarri e Allegri c’è scarso feeling? Lo scorso anno dopo un Cagliari-Napoli polemizzarono tra loro, perché secondo lei? «Perché sono livornesi… Scherzo, però è vero che una delle caratteristiche dei toscani è la litigiosità, che spesso però è bonaria. Quando c’è molto campanilismo succede, sono però certo che si stimano, altrimenti si sarebbero snobbati». Cosa augura a entrambi? «Su Napoli-Milan non mi esprimo. Ad Allegri auguro di vincere qualcosa con i rossoneri e a Mazzarri di centrare la qualificazione in Champions».

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