mercoledì 13 ottobre 2010

Cavani fa 13.

Non lo ferma più nessuno, al Matador: Edy Cavani scatenato. L’aria di Napoli gli fa bene. Dopo la tripletta in Indonesia, anche in Cina ha firmato un gol, ha offerto un assist da mille e una notte e ricevuto gli applausi dei tifosi: in tournèe con l’Uruguay, il Matador stupisce il mondo con le sue prestazioni e le sue reti. Da record la sua cadenza: dal suo arrivo in azzurro, Edinson Cavani di gol ne ha fatti complessivamente tredici, in dodici partite. Gol che ha distribuito nelle diverse competizioni: cinque nelle sei gare di campionato, tre in Europa League in altrettanti incontri e cinque nelle tre amichevoli giocate con la maglia dell’Uruguay, considerando la partita in Indonesia (3 reti), quella di ieri in Cina (1) e il gol segnato qualche mese fa giocando con la maglia della Celeste, durante la precedente sosta.
In queste ultime amichevoli il cittì dell’Uruguay non lo ha risparmiato, Tabarez ha tenuto Cavani in campo sino alla fine, suscitando una ulteriore fortissima irritazione del Napoli: «Speriamo che non ritorni stanco e stressato», Mazzarri lo aspetta con il fiato sospeso, i suoi gol sono indispensabili per la squadra azzurra. D’altra parte il Matador li ha sempre fatti. La scorsa stagione con la maglia del Palermo ha segnato 15 reti, tredici in campionato e due nelle coppe. Adesso però Edi sta scrivendo un’altra storia: con la maglietta azzurra sulle spalle, Cavani sembra benedetto da Dio ed è proprio all’Onnipotente che si è rivolto l’uruguagio, dopo aver sottoscritto il suo trasferimento nella squadra del cuore: «Ringrazio Dio che mi ha fatto andare a Napoli», al quale il Matador dedica spessissimo i suoi gol azzurri, alzando gli occhi verso il cielo e puntando l’indice verso l’alto. Mazzarri nel primo pomeriggio di ieri – mentre Cavani giocava in Cina – chiedeva continui aggiornamenti sulla partita del Matador: «Ha segnato?», sul volto del tecnico si è disegnato un compiaciuto sorriso. D’altronde lo ha voluto proprio lui nel Napoli: «Cavani è un attaccante moderno, non dà riferimenti e provoca dissesti nelle difese avversarie», il mister aspetta il suo ritorno a braccia aperte per andare a Catania e vincere, sfatando l’ultimo tabù.

Fonte: Leggo

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